Oggi 8 marzo, ricorre la “Giornata internazionale della donna”, definita dai più anche “FESTA DELLA DONNA”.
In Italia, l’usanza vuole che alle donne venga donata una mimosa. Ma quali sono le origini di questo rito?
A decidere quale fiore dovesse diventare il simbolo delle lotte per la parità genere è stata, nel 1946, l’assemblea dell’Udi (Unione donne italiane). Tra le attiviste – Rita Montagna e Teresa Noce – che hanno eletto questo fiore come simbolo della festa dell’8 marzo, c’era Teresa Mattei, ex partigiana e convinta sostenitrice dei diritti delle donne.
Secondo i racconti dell’epoca, tra i fiori proposti, vinse la mimosa perché, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, era più economica. Ma non solo. La mimosa è l’unico fiore che sboccia a marzo e, nonostante la sua fragilità apparente, riesce a crescere anche su terreni difficili (fonte e approfondimento)
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LE ORIGINI DELLA “FESTA DELLA DONNA”
La “Giornata internazionale della donna” ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna nelle sue prime incarnazioni e vicende storico-politiche, contribuirono alla perdita delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora oggi diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Con la risoluzione del 1972, l’ONU proclamò il 1975 “Anno Internazionale delle Donne”. Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla proclamazione del “Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace”. Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
L’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni. (Fonte e approfondimento)